Ma il mastro di Livonia, vedendosi di forze troppo inferiore, la pace supplichevolmente adimandò e ottenne, remettendosi con tutto l'ordine suo nella fede e clientella del re, come piú diffusamente nella descrizione della Livonia appare. Il prencipe di Moscovia, pretendendo alcune ragioni di eredità e di tributi scorsi e non pagati, entrò l'anno millecinquecento e cinquantaotto nella Livonia con numeroso esercito e prese Derpta, città episcopale della provincia derptense, con il suo castello, e in processo di tempo si fece anco di molti altri castelli patrone. Per lo che Sigismondo Augusto, mosso da giusto dolore, roppe la guerra con il Moscovito, la qual con varii successi fu per molti anni da' lor capitani manegiata cosí nella Livonia come anco nella Russia. E del sessanta, avendo il Moscovito fatto un esercito di trecentomila soldati, si mosse in persona all'acquisto di Poloczo nel tempo del carnevale intorno al fin di febraro, e avendola con molte battaglie redotta in poter suo, ne cavò grandissimo tesoro e menò in Moscovia ottantamila schiavi, oltra quelli che da' suoi furono uccisi; fece sommergere nella Duna tutti quelli giudei che battizzare non si volsero, lassando andar liberi i Poloni soli che in quella città da lui furon trovati.
E del millecinquecento e sessantaquattro, avendo il granduca di Moscovia trattenuto longo tempo gli ambasciatori de' Lituani in Moscovia, mise con prestezza un esercito in campagna e, subbito licenziati gli ambasciatori, a' danni della Lituania lo mandò: che diviso in due parti, fu una parte guidata dal duca di Srebrnio, dalla banda di Smolensko, e l'altra dal duca di Soiski, verso Polocza.
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