S'accampò questo ultimo ne' campi czasniciensi, appresso il fiume Ula. E Nicolò Radivil, palatino di Vilna, capitano generale de' Lituani, e Gregorio Chodkiewez, mastro di campo, essendo dalle spie benissimo informati, assaltarono con poca gente i nemici che, di ciò non avendo alcun pensiero, sicuri e senza far le debbite guardie se ne stavano, e ne fecero una orribil strage, essendosi in quello affronto persi d'animo e messisi a fuggire. Il che poco o niente li giovò, percioché quelli che uscir di mano a' Lituani, secondo che andavan per le selve, campagne e palude sbandati, o s'annegavano o erano da' villani amazzati, e pochi ne tornarono a casa. Morí tra gli altri Pietro Soiski, general di quelle genti, mentre ferito cercava con la fuga salvarsi, essendo capitato in man d'un villano che con una accetta l'uccise: il che a' Lituani assai dispiacque, che averlo vivo nelle man desideravano; il corpo del qual, portato a Vilna, fu nella chiesa de' Ruteni onoratamente sepolto. L'altra parte dell'esercito, che da Smolensko alla volta d'Orsha tiravano, intesa che ebbero la sanguinosa e infelice rotta de' suoi, furono da tal spavento assaliti che, gettando l'arme e le bagaglie per poter piú speditamente fuggire, con una vergognosa retirata o piú presto fuga alla lor salute providdero. E l'istesso anno Stanislao Pacz, luocotenente del granducato di Littuania e alora palatino vitebliense, raccolto del suo stato una grossa banda de soldati e accompagnatoli con i cavallieri della sua corte, li guidò contra i Moscoviti, che allora con tredecimila soldati Iezciriscza gagliardamente combattevano, e valorosamente assalitili spezzaro a viva forza le lor squadre e l'artegliaria tutta li presero.
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