Ove accampatosi e fermatosi per molte settimane, senza far altro cassò una gran parte del suo esercito e tornosene a Grodna, avendo prima inviate genti pagate, cosí cavalli come fanti, con molti pezzi de artegliaria da muraglia a combattere Ula, fortezza del Moscovito, sotto la condotta di Giovanni Chotkiewicz, capitan generale di Samogizia, uomo pratico delle cose di guerra e che nelle guerre dell'imperatore Carlo quinto s'era onoratamente portato. Il quale, quantunque non mancasse d'ogni strada tentare per farsi di quel luoco signore, fu nondimeno astretto a levarsi dall'assedio, per esser giunto grosso soccorso agli assediati. La qual fortezza però fu poco dopo dal capitano Romano Sangusko con un improviso assalto presa e abbrusciata, e il presidio che dentro vi era parte fu da' nemici amazzato, parte insieme col luoco arse, e parte nel fugire nella Duna e Ula fiumi s'affogaro, essendone stati fatti prigioni alcuni pochi; e de' Lituani solo alcuni feriti restaro. Fur trovate in questo luoco molte spoglie e bagaglie de' soldati, gran quantità de dinari e alquante bombarde e altri instrumenti da guerra, che tutto andò in poter de' vencitori. Le vittuaglie per la maggior parte s'abbrusciarono e il castello, con altro modello da' Lituani riedificato e fortificato, fu da essi raccomandato ad un grosso presidio de' suoi piú valorosi.
L'istesso anno alcuni pedoni della città di Vitebsca entrarono alli cinque di genaro di notte alla sprovista nei borghi del castello Vielissa, e abbrusciatili amazzarono trecento nemici, delle spoglie de' quali e della preda in quei borghi fatta alle lor case carichi tornarono.
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