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      Vedeasi dopo questo uno con la spada del regno in mano, la punta della quale al suo fianco appoggiava. Eran poi il pomo, che il mondo figurava, il scettro e la corona d'oro portati da quei senatori a' quali per antico instituto ciò si conveniva. Caminavano inanzi a questi gli ambasciatori de tutte le provincie, e dopo la nobiltà il senato della città seguiva, e dopo quello con lungo ordine il popolo. E prima degli altri tutti eran processionalmente e con bello ordine inanzi passati i chierici e religiosi de tutta la città. Vedeansi poi i putti de tutte le scuole ordinatamente caminare cantando lugubre canzoni, dopo i quali andavano i dottori e maestri dell'universitadi e tutti i professori delle buone lettere. Serravano ultimamente su questa ordinanza quattromila persone vestite d'abito oscuro e malinconico, con torzi e candele accese in mano. Pervenuta che fu questa pompa in castello, nella chiesa catedra, quel corpo posero, la qual pareva che tutta ardesse per la gran moltitudine de' torci in essa accesi, e rendevano mesto spettaculo le molte arme o vogliam dire insegne regie in campo negro per tutto il tempio poste. Fatti in questo luoco da' sacerdoti i soliti officii e le cristiane preci, fece l'abbate magilense la funebre orazione, e compite le cerimonie tutte fu il corpo nelle sepolture de' suoi predecessori collocato. E il giorno seguente in tutte le chiese e monasterii della città e del castello si celebraro le messe da morto per l'anima del re defonto, e passando gli alfieri con molta turba del popolo e con l'istesse bare e altre cose del passato giorno per tutta la città. E un uomo d'arme a cavallo che in luoco di cimiero carico avea l'elmo di candele accese, giunto alla chiesa catedrale, rotta la lancia e gettata via la spada lasciossi da cavallo cader.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837