Era tal finalmente questa pompa che l'invidia non avea che opporli. La città poi di Cracovia, capo e metropoli del regno polono, non perdonava né a fatica né a spesa per onoratamente ricevere il suo re novello: le strade per dove egli passar doveva nette e di verde frondi fiorite si vedevano, i muri di finissimi tapeti e razzi coperti, fra' quali bella vista rendevano le molte tele d'oro e di argento interpostevi e i molti vasi d'oro e d'argento che da quelli pendevano, da che giudicar si può di quanto pomposo e ricco conciero il castello fosse adobbato. La plebe di verde ghirlande le porte e le fenestre coronavano, altri luoco alle facelle apparecchiavano per scacciar con esse le notturne tenebre, altri gran cataste di legne facevano per far i fuochi, segni per tutto usati d'allegrezza. Le muraglie della città e i beluardi del castello forniti fur di grossa artegliaria, né era alcuno, per vecchio o debile che ei fosse, che non si adoperasse o con l'ingegno o con la mano in questa publica allegrezza.
Le qual cose tutte abondantemente e perfettamente apparecchiate e proviste, giunse il re a Balicie, villa del palatino di Cracovia distante dalla città per mezo miglio, con una innumerabil moltitudine di Francesi e di Poloni, ove per quella notte si fermò, e vi fu con grande allegrezza e sua e di tutti i suoi molto alla grande accettato e trattenuto. E il giorno seguente, che fu il decimoottavo di febraro, fur le strade di Cracovia tutte ripiene cosí di quelli che per incontrare il re s'apparecchiavano, come di quelli che da molte parte del regno per vederlo eran venuti.
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