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      Dopo i quali il marescalco della corte Andrea Opalinsk, uomo ornato d'ogni sorte di virtú, comparse con settantacinque cavalli armati all'usanza d'Italia. Serravano su questo corpo di gente le squadre de' capitani delle città e degli regii officiali, che, se non passavano, non erano anco inferiore d'arme e d'ornamenti ad alcuna delle sopra nominate. Delettava non senza qualche spavento i risguardanti una squadra di doicento cavalli del palatin di Lubla, che, ornati i cavalli con ale d'avoltori, comparvero essi armati all'ungaresca come se in battaglia entrar volessero. E per finirla, tutte le città del regno mandarono onorate compagnie de suoi cittadini ad onorare questa solenne festa, e dopo tutti i cittadini di Cracovia con la plebe al numero di quattromila, cento e venti de' quali erano a cavallo vestiti alla todesca e il resto tutti pedoni, divisi in squadre sotto diverse insegne, secondo i diversi mestieri degli artegiani, venivano pomposamente vestiti.
      Passate che fur tutte queste genti, si mosse il re in mezo a' suoi Francesi e Guasconi e da una gran comitiva di Poloni accompagnato, e allora si dette nelle trombe e tamburi e si spararono l'artegliarie tutte; e fatta l'orazione dal vescovo plocense, alla qual d'ordine del re fu dal Bibraco risposto, si mossero tutti per entrar nella città, dilettandosi grandemente il re della vista di cosí bella gente, la quale a giudicio de' pratichi delle cose di guerra era tale che a qualsivoglia esercito potente sicuramente opponer si poteva.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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