Indi, tolto in mezo dal vescovo di Cracovia e da quel di Cuiavia, sostentandoli uno il braccio destro e l'altro il sinistro, s'inviarono verso la chiesa, caminandoli inanzi il castellano di Cracovia con la regal corona e il palatino col scettro, il palatino di Vilna col pomo d'oro e con la spada nuda Andrea Sborovio. Dopo i quali con la croce innanzi andavano i vescovi, arcivescovi, abbati e gli altri baroni, ciascun al suo luoco ordinato, e similmente i baroni francesi e gli ambasciatori de' prencipi stranieri. Giunti in chiesa, fur fermate sopra l'altar maggiore le regali insegne che, come si disse, da' senatori eran portate; e il re nel suo trono fu posto a sedere, inanzi al quale disse l'arcivescovo alcune altre orazioni. Si levò in questo punto un gran contrasto, per caggione che i vescovi volevano che si annullasse un certo accordo fatto nel tempo dell'interregno tra i catolici e gli evangelici, allegando quello esser contra le leggi divine ed ecclesiastiche e fatto contra il voler de tutti i prelati, e all'incontro producendo gli evangelici che si dovesse per sicurezza delle cose loro fermo e inviolato mantenere. La qual contesa, essendosi col divino aiuto trovato mezo di sodisfarli tutti, fu acquietata. E ridotto il tutto in tranquillo stato, uno de' vescovi lesse un'altra orazione, la qual finita fece al re una pia esortazione nell'infrascritto modo: "Dovendo voi, ottimo prencipe, recevere oggi la sacra onzione e l'insegne regali dalle nostre mani, i quali (benché indegnamente) siamo in questa azione vicarii di Cristo nostro Salvatore, sarà bene che vi avertiamo prima del peso che voi sete per pigliare.
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