Voi prendete oggi la regia degnità e la cura di governare i popoli fideli a voi commessi, luoco certamente preclaro tra' mortali, ma pieno di pericoli, di fatica e di travagli. Ma se considerarete che ogni signoria da Dio viene, per il quale e i re regnano e i legislatori cose giuste statuiscono, e che voi sete per aver a render conto del gregge a voi commesso a esso Iddio, osservando primieramente la pietà onorarete il Signor Dio con tutta la mente e con purità di cuore; conservarete inviolata sino al vostro fine la religione cristiana e la fede catolica, della quale sin dal vostro nascimento professione avete fatta, la qual anco, per quanto le vostre forze potranno, contra a' nemici suoi diffenderete; renderete la debita reverenza a' prelati, sacerdoti e altre persone ecclesiastiche; non conculcarete l'ecclesiastica libertà. Amministrate saldamente iustizia verso tutti, senza la quale compagnia nissuna troppo può durare, premiando i buoni e i cattivi castigando. Defenderete le vedove, i pupilli e i poveri e deboli da ogni oppressione; benevole e benigno, mansueto e affabile a tutti (quanto la degnità regal comporta) vi mostrarete; e finalmente vi portarete in modo che appara che voi non per propria utilità ma per beneficio de' popoli il regno abbiate preso, e che il premio delle vostre buone opere non in terra ma nel cielo aspettiate, la qual cosa quello Dio si degni di concedervi che vive e regna per tutti quanti i secoli".
Fatta questa esortazione, fu il re dal vescovo con queste parole interrogato: "Volete voi tenere la santa fede da uomini catolici insegnata e con buone opere in quella servire?
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