Dopo le quali postosi l'arcivescovo a sedere, se li presentò il re avanti, e ingenocchiatosi fu del palio e della tonicella spogliato e indi unto dall'arcivescovo dalla palma della man destra sino al gomito e tra le spalle e insieme la spalla destra, dicendo parole e orazioni a questo appropriate. E nettato il luoco da un vescovo, e di nuovo vestito il re della tonicella e palio, sempre orazioni dicendo, l'arcivescovo le mani si lava e, deposta la mitria, fa la confessione, e il re menato nel suo solio fa orazione. E detto l'alleluia nella messa e da un vescovo alcune orazioni per il re, stando esso genuflesso li porse l'arcivescovo la spada, dicendo: "Pigliate la spada tolta dall'altare dalle nostre, benché indegne, mani, in luoco però e con l'auttorità de' santi apostoli consecrata e regalmente a voi concessa e di volontà divina da noi benedetta, in defensione della santa Chiesa, per castigare i malfattori e in lode de' buoni; e siate recordevole di quello del quale il salmista profettò dicendo: ""Cengite la tua spada sopra il tuo fianco, o potentissimo", accioché con questa voi faciate l'opere giuste e ragionevoli e gagliardamente la grandezza dell'empietà voi destrugiate; la santa Chiesa e suoi fideli defendiate, odiando e destrugendo non meno i falsi cristiani che i nemici di questa santa fede; defendiate ancora e con clemenza aiutiate le vedove e i pupilli, restauriate le cose destrutte, conserviate le restaurate, vendichiate le cose ingiuste e le ben ordinate da voi sian confirmate; accioché questo facendo, ed essendo egregio osservatore del giusto e convenevole, potiate poi senza fin regnare in compagnia del Salvator del mondo, la somiglianza del quale in voi portate, e il quale con Dio Padre e col Spirito Santo vive e regna Dio per tutti i secoli". Dette le qual parole li cense la spada, dicendo alcune altre parole di questo tenore: "Accengite, o potentissimo, la tua spada sopra il tuo fianco, e averti che i santi non con la spada ma con la fede restaron de' regni vencitori". E indi, mettendoli la corona, disse: "Pigliate la corona del regno, la quale benché da indegni è però sopra il vostro capo imposta per le mani de' vescovi, in nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, la quale sappiate significare gloria e onore de virtú e opera di fortezza, e che per questa sete partecipe de' nostri ministeri; percioché, sí come noi siamo interiormente pastori dell'anime e rettori, cosí sapiate voi dover esser defensore contra tutte l'adversità della Chiesa di Cristo, e utile esecutore e prospicuo regnatore del regno da Dio datovi e per l'officio della nostra benedizione da noi in luoco degli apostoli e de tutti i santi a voi commesso; accioché finalmente, essendo ornato di gemme di virtú tra i graziosi santi e coronato de premii dell'eterna felicità, vi possiate senza fine gloriare insieme col Redentore e Salvator nostro Iesú Cristo, il nome e luoco del quale ora tenete, il qual vive e signoreggia Dio col Padre e Spirito Santo ne' secoli de' secoli". Finalmente li pose l'arcivescovo nella sinistra il pomo d'oro che il mondo significa, e nella destra il regal scettro, dicendo: "Pigliate la verga della virtú e della verità, per la quale intendiate voi essere tenuto ad accarezzare i buoni, spaventare i cattivi, insegnare la buona strada a quelli che errano, porger la man a quei che son caduti, i superbi disperdere e gli umili inalzare.
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