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      Sono uomini bellicosi, strenui, né conoscono che cosa sia paura. Per la maggior parte all'ungaresca s'armano, e portano le lancie lunghe e targa tale che con essa stando a cavallo tutti si cuopreno. E tra loro sono uomini tanto animosi che nelle rotte date ai lor eserciti, piú tosto che vergognosamente fuggire e abbandonar gli amici, soffreno di lasciarsi a pezzi tagliare. Come avvenne in Moldavia a doi fratelli cavallieri poloni, detti i Strusoviczii, quali, essendosi con cinquanta compagni dall'esercito smariti, dettero in una grossa imboscata de Valacchi, da' quali essendo d'ogni intorno circondati fu uno d'essi nel primo affronto ucciso e l'altro, serrati insieme i suoi, credendo esser tra quelli anco il fratello, divise valorosamente le nemiche squadre felicemente si salvò. Ma, accortosi della morte del fratello, li spiacque di sorte il viver senza lui che tornò di nuovo a cacciarsi in mezo l'esercito nemico e, quantunque avrebbe potuto ancora salvarsi, volse piú tosto combattendo morire che sopravivere al fratello. E del milletrecento e nonantasette, come nella descrizione de' duchi di Lituania appare, essendo il duca Vitoldo dalla moltitudine de' Tartari in fuga posto, un cavalliero, Melstinio detto, animosamente si voltò contra nemici e in mezo alle lor squadre cacciatosi valorosamente combattendo molti di loro uccise, né puoté dal combattere esser rimosso sinché, d'ogni banda da' Tartari ferito, cascando da cavallo finí insieme la vita e la battaglia.
      Si trovano ne' gesti de' Poloni molti casi simili, quali seria cosa troppo lunga ad uno ad uno raccontare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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