E l'anno milledoicento e cinquantadoi, persuaso da' cruciferi di Prussia e di Livonia, abbracciò con molti de' suoi la cristiana fede, e scrisse lettere ad Enrico di Zalcza, alora di quell'ordine gran mastro, nelle quali, chiamandosi grandemente a lui obligato per gli aiuti e favori da esso receuti, li consegnava in dono gran parte de tutto il suo ducato; e da' frati cruciferi consigliato mandò ambasciatori ad Innocenzio quarto papa in compagnia de quelli del gran mastro e de' cruciferi, a darli notizia del suo esser venuto alla cristiana fede e chiederli che con la sua autorità li desse titolo di re di Lituania. A che acconsentendo il sommo pontefice dette ordine ad alcuni vescovi di quelle provincie che coronar lo dovessero; il che essi fatto avendo, non passò l'anno che egli, o pentito d'aversi privato di tante cittadi e donatele al gran mastro o per qualche altra cagione, rinonciando alla già presa fede tornò di nuovo ad adorare gl'idoli. E del milledoicento e sessanta, avendo raccolti trentamila soldati, mise crudelmente tutta la Massovia a sacco, prese e abbrusciò la città di Polozco, e indi voltatosi verso la Prussia, non avendo ardimento i cruciferi di uscir delle trinciere, abbrusciò e rovinò tutte le città da' cruciferi edificate, mettendo a fil di spada quanti cristiani egli trovava, e lieto ricondusse il suo esercito in Lituania carico delle spoglie de' nimici. E fabricando l'anno istesso il gran mastro e i cruciferi il castello Carsowin sopra il monte di San Giorgio, furono da' Lituani e da' Ruteni assaliti e rotti, nella qual fazione Enrico Massusen, maestro di Livonia, ed Enrico, marescalco di Prussia, da' Lituani uccisi furono, e il castello Carsowin e un altro detto Heizburg vennero in poter de' Lituani per difetto che ebbero i difensori di vittovaglia; di dove essendo andati sotto Komisberg, da' cruciferi discacciati furono.
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