Qual fuggendo in Pscovia fu da' Pscovensi per lor prencipe accettato, con le forze de' quali i Ruteni polecensi si soggiogò, avendo presa la città di Polozca. Vogliono gli annali de' Ruteni che Narimunte, granduca di Lituania, fosse primo autore dell'arma che ora i duchi nelle lor insegne portano, un cavalliere cioè sopra un bianco cavallo con la spada nuda sopra la testa in atto di dar la caccia a gente posta in fuga, onde è da lor detta volgarmente poggonia. Morendo poi Naremunte, fu Troideno suo fratello al granducato assunto, qual, defendendo con sommo valore i confini del suo stato dagli assalti de' Ruteni e de' cruciferi, governò con gran spavento de' circonvicini il suo prencipato. Ed essendoli nato un figliuolo d'una figlia del duca di Massovia, fu il putto battezzato, e fattosi grande si rese monaco secondo la setta de' Ruteni. L'anno poi milledoicento e settantaotto racolse Troideno i suoi Lituani e grosse bande de barbari ruteni alla somma di trentamila e piú, e in tre parti diviseli ne mandò una a' danni di Massovia; l'altre due nel paese di Culma contra cruciferi guidò e, avendo dato il guasto a una gran parte della Prussia a' cruciferi sottoposta e presi Burglam, Luba e Chelm, nobilissimi castelli, redusse l'esercito in Lituania carico di preda e con numero infinito de pregioni. E l'istesso anno la terra di Cuiavia, il castello Kowale e la città di Lancicia da' Lituani sacchegiate furono.
Fratanto Dowmante, prencipe di Pskovia e di Poloczo, tenendosi grandemente ingiuriato che Troideno, suo fratello e di età di lui minore, signoreggiasse il granducato di Lituania, corroppe con gran somma de dinari tre villani e mandolli ad ammazzare il fratello: quali avendolo appostato quando egli del bagno usciva l'assalirono e, prima che da' suoi potesse esser soccorso, crudelmente uccisero.
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