Onde l'anno seguente, volendo Gedimino vendicarse delle receute ingiurie e de' danni nella Samogizia patiti, scrisse un potente esercito de Lituani e, condotti in suo aiuto molte bande de Tartari e de Russi, contra i cruciferi e contra suoi collegati lo condusse. E affrontatosi con essi una mattina nel levar del sole appresso il fiume Okmiena, durò il sanguinoso conflitto sino a mezogiorno, sin che la banda de' Samogiti, in mezo al furor della battaglia abbandonando i cruciferi, dalla banda de' Lituani passarono e le forze de Gedimino molto accrescettero. Il qual col favor di questi (avendo anco i suoi preso grande animo) urtò sí fieramente ne' sbigotiti nemici che li ruppe, tagliò a pezzi e mise in fuga, nella qual molti Germani con i lor commendatori uccisi furono e altri presi, che a Gedimino furono appresentati. Servisse egli del favore di questa vittoria, ed entrato nella Prussia prese Ragneta e Cilza, città de' nemici, e avendo a molti altri luochi dato il guasto, trionfante e carico di spoglie ritornò le sue genti alle lor patrie, avendo anco recuperata tutta la Samogizia e scacciatone affatto tutti i presidii de' cruciferi. E continuando felicemente questa guerra, del milletrecento e quattro mossosi contra i prencipi di Russia tagliò a pezzi Volodimiro, duca di Volhinia, con le sue genti, e la città Voledimira prese; e voltatosi contra Leone, duca di Luca, lo fece fuggire e occupò Luczkum e fecesi da tutta la Volhinia signore; dopo le quali imprese menò l'esercito in Brestia alle stanze e delle passate fatiche ricreollo.
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