Skergelo prencipe di Lituania.
Accettata ch'ebbero i Lituani la lege di Cristo, volendo Iagielo in Polonia tornare, investí Skergelone suo fratello del ducato di Lituania e al governo di quello lassollo. Onde Vitoldo, signor d'animo grande, sdegnandosi e avendo per indegnità di dover obedire a uno uomo peggiore di sé e di nissun valore, fortificò Grodna e Brzeste sue rocche e, di grosso presidio fornitele, se n'andò con Anna sua moglie in Massovia a trovare il duca Giovanni suo genero; di dove passò in Prussia e abboccossi co' cruciferi, dai quali fu umanamente accettato, sperando essi col suo mezo di facilmente impatronirsi di Samogizia e della Lituania. Cominciò per tanto Vitoldo a travagliar la Lituania con l'armi de' cruciferi di Prussia e di Livonia; ma accortosi ad alcuni segni che egli malamente de' cruciferi si potea fidare, mandò internuncii a Iagielo suo fratello e, reconciliatosi con lui e avuta da lui speranza d'esser granduca di Lituania instituito, vestitosi in abito di crucifero secretamente in Lituania corse e per non tornar da' nemici, come se dice, con le mani vuote prese tre rocche de' cruciferi confine a' Samogiti, Iurgemburg, Mergerburg e Neginhasun, essendovi come amico stato dentro recevuto: spianò egli questi luochi parte amazando, parte facendo pregioni i capitani e i soldati che vi erano in presidio. Ma vedendo poi che la speranza datali del ducato andava in lungo, tentò di pigliar Vilna a tradimento in questo modo. Sparse fama di voler fare in Vilna feste solenni nelle nozze d'una sua sorella e, fornite cento carrette di valorosi soldati, li coperse di strame e inviolli nella rocca di Vilna come se fosser carichi di salvaticine e altre robbe per le nozze necessarie.
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