Era in presidio della fortezza superiore il capitan Nicolò Moscorovio con una buona banda di Poloni, qual non puoté mai sbigottire, sí che a' nemici si rendesse, né la occisione de' suoi nell'altra rocca fatta, né il vederla ardere e convertirse in cenere, né minaccie nemiche che cercavano spaventarlo col mostrarli la testa di Corigielo, né i molti e gagliardi assalti da' nemici datili, con tutto che gli avessero gettati per terra gran parte de' muri. Li quali non avendo esso il modo da poterli riffare, né terra da riempire le rotture in essi fatte, venne all'ultimo a questo rimedio, d'attaccare molte pelle d'animali tra una ruina e l'altra di quei muri e a questo modo coprirsi da' spessi tiri de' nemici: e negli assalti coi proprii petti i soldati quei passi serravano. E anco Skergelone, fratello del re, uscendo spesso con i suoi Russi e Lituani sopra dei nemici e molti uccidendone, indeboliva grandemente le lor forze; onde, vedendo essi l'impresa difficile, nel mese d'ottobrio l'assedio abbandonarono, lassando il paese tutto dannegiato.
E l'estate seguente, essendo tornato Vitoldo con i cruciferi sopra Vilna ed essendo essa da' Poloni valorosamente diffesa, fu sforzato a torsi dall'impresa, e i cruciferi, per non parere d'esser venuti indarno in quelle parti, presero per forza di ritorno i castelli Vilcomera e Novogrod, e amazzativi i presidii di Sckergelone gli abbrusciarono. L'istessa estate fecero i cruciferi doi altre correrie in Lituania, mettendo il tutto a sacco, e drizarono tre forti appresso Cowna, Mennerdero, Metenburg e Riteverdero; e concessono uno a Vitoldo, fortificarono gli altri doi con i lor presidii, di dove infestavano tutto il circonvicino paese.
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