Quali sino al giorno d'oggi ivi dimorano, e con tutto che alla agricoltura dati se siano, non hanno però in tutto tralassate l'arme, e osservando la maumetana superstizione con le lor leggi liberi viveno, riconoscendo come tutti gli altri Lituani, né peggio trattati di loro, per lor signore il re di Polonia granduca di Lituania; e hanno la propria insegna da portar nelle guerre, di lettere arabice scritta. L'anno seguente, dissuadendolo indarno il re e la regina di Polonia, si mosse Vitoldo con forze maggiori contra Tartari, da molti illustri signori di Polonia e di Lituania desiderosi di gloria accompagnato. E fatta la resegna delle sue genti in Kiovia, pieno di buona speranza penetrò nelle larghissime campagne de' Tartari, regnando in quel tempo tra loro nella gran Scizia il Tamerlano, uomo in vero bassamente nato, ma che con la scienzia dell'arte militare e per beneficio di fortuna era a tal grandezza asceso che si ritrovava nel suo esercito un millione e docentomila soldati; e avendo dato una gran rotta a' Turchi con amazzarne in un fatto d'arme ducentomila, fece prigione Baiazet, grande imperator de' Turchi, che in quel tempo Costantinopoli assediava, e, messolo in una gabbia di ferro, se lo strasinò dietro per tutta l'Asia ligato con catene d'oro. Scorse con maravigliosa prestezza, destrusse e occupò questo Tamerlano l'anno milletrecentononantasette l'Iberia, l'Albania, l'Armenia, la Persia, la Mesopotamia e l'Egitto e riempí il mondo col spavento del suo nome. Ora, avendo varcato Vitoldo la Sula e la Psola fiumi, era senza contrasto alcuno nelle campagne de' Tartari passato, quando fu d'ordine del Tamerlano in un subbito incontrato da Ediga, uno de' potentissimi capitani de' Tartari, che seco una innumerabile moltitudine del Tartari menava.
| |
Lituani Polonia Lituania Polonia Vitoldo Tartari Polonia Lituania Kiovia Tartari Scizia Tamerlano Turchi Baiazet Turchi Costantinopoli Asia Tamerlano Iberia Albania Armenia Persia Mesopotamia Egitto Vitoldo Sula Psola Tartari Tamerlano Ediga Tartari Tartari
|