E venuti al fatto d'arme ebbero i Tartari una sanguinosa vittoria, e se non fossero stati cosí di numero tanto superiori, come erano, restavano sicuramente dalla virtú de' Vitoldiani superati e venti. Morirono in questa battaglia molti prencipi di Lituania e di Polonia, tra' quali de' piú nominati sono tre fratelli del re Iagielo di Polonia, Andrea, Demetrio e Coributo, e altri nuovi duchi lituani e russi; e pochi furon fatti pregioni. Vitoldo insieme con Swidrigelone suo cugino, con Ostroroge e Samotulio poloni, con velocissima fuga si salvarono; e Melstinio polono, potendosi con la fuga salvare, volse piú presto cacciarsi nelle folte squadre de' nemici e valorosamente combattendo morire.
L'anno millequattrocento e tre fece di nuovo guerra Vitoldo con Smolenzci, che ribellati s'erano; e confidatosi negli aiuti de' Poloni assediò il forte castello di Smolensko, ove tutti i piú nobili con le lor moglie, figliuoli e richezze retirati si erano, e dopo lungo combatterlo l'ebbe finalmente a forza, e delle gran richezze in esso trovate parte mandò a donare al re di Polonia, parte secondo i lor meriti tra' soldati divise. Ed essendoseli resi d'accordo tutti gli altri luochi, redusse quel ducato in forma di provincia. Entrarono i cruciferi di Livonia nella Lituania, e fattovi grosso bottino nelle lor patrie tornarono; che seguiti dalla luntana da Vitoldo, quando vide egli che disfatto l'esercito erano chi qua chi là alle lor case andati, entrò qual rapido torrente nella lor provincia e l'andò scorrendo, guastando e abbrusciando tutte le ville e luochi men forti, e avendo anco preso e abbrusciato un forte castello chiamato da' Germani Dunimburg, posto sopra il fiume Dwina, se retirò nella Lituania carico di preda.
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