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      Né varcò troppo tempo che da nuovo fu la Lituania travagliata da una banda da' cruciferi di Prussia e dall'altra da quelli di Livonia, di che ne fu caggione Swidrigelone, che la seconda volta era tra loro riffugito. Onde e il re Iagielo e il duca Vitoldo, mossi a compassione de' danni che i lor popoli pativano, richiamaron Swidrigelone di Prussia e il ducato di Podolia li concessero. Ma questo uomo ambizioso e perverso, né punto acquietato per questa regia liberalità, abbrusciò i castelli che egli in Russia possedeva, e non potendo piú aver recapito in Prussia per le condizioni nuovamente fatte tra il re polono e i Prusiensi, tra le quali era questa, che essi non potessero piú accettare alcun bandito che della casata regia fosse, se ne fuggí in Moscovia alla corte del duca Basilio. E l'istesso anno, che fu del millequattrocento e sei, avendo Vitoldo fatto pace con tutti i cruciferi, passò il fiume Hugra e ruppe la prima volta guerra contra il Moscovita, pretendendo esser a questo provocato dall'ingiurie fateli dal genero del duca Basilio; e dato il guasto per il lungo e per il largo dentro alla Moscovia, carichi di preda ricondusse i soldati in Lituania. E l'anno che venne, fortificato con grossi aiuti di Polonia e de' cruciferi, tornò con maggior forze a questa guerra e scorse quel ducato sacchegiando e abbrusciando per tutto ove passava, sino che giunse all'Occa, grandissimo fiume: né piú inanzi passar puoté, impedito dall'arme di Swidrigelone suo cugino, che in favor del Moscovito combatteva.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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