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      Finalmente ottenne il duca Basilio da Vitoldo la pace, e fu tra loro con condizioni equali confermata.
      Mentre che queste cose succedono, non sapendo Sigismondo Coributo cosa alcuna della triegua tra' cruciferi e il fratello fatta, raccolto un buon esercito de Lituani, entrò con esso a' danni della Prussia e, avendovi tre castelli e molte ville prese e abbrusciate, ne riportò un grosso e ricco bottino. Onde i cruciferi, non ammettendo scusa alcuna de ignoranzia, subbito per vendicarsene si mossero e, passati occultamente per alcune foresti ove non fu mai né strada né sentiero, sopra Volkovisko inaspettati giunsero: e fattosene con un improviso assalto patroni, e il castello abbrusciarono e una infinita moltitudine di ogni sesso ed età, che in esso erano nelle sollennità del culto divino in quel giorno di festa occupati, ne menaron pregioni. Non era in questo tempo Vitoldo piú che sette miglia indi luntano, che intesa la venuta de' nemici si retirò con prestezza insieme con la moglie ne' luochi piú reposti di quella foresta, e vi stette finché seppe i nemici esser partiti, percioché non ebbe egli mai ardire d'opporsi a' nemici che a' suoi luochi il guasto devano, ma sempre partiti che essi erano ne' lor paesi entrava, la pariglia de' danni recevuti rendendoli.
      L'anno poi millequattrocento e quindeci condusse Vitoldo grosse bande de soldati di Polonia e mosse guerra a' Russi di Pskovia, quali, non si sentendo atti a potersi diffendere, la pace con molto oro e argento comprarono; e il simile poco dopo fecero quei di Novogrod a' Pskovesi vicini, acquietando con molti doni Vitoldo, che a' lor danni mosso si era.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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