Finalmente Sigismondo, re de' Romani, per far che Iagielo re di Polonia e Vitoldo di Lituania duca tra loro si rompessero, fece secretamente con Vitoldo lega e promiseli, a onta e ingiuria de' Poloni, di incoronarlo di corona regia, cosa grandemente da Vitoldo, uomo ambizioso e di grand'animo, desiderata. Alla qual cosa contradicendo gagliardamente Iagielo suo cugino co' Poloni tutti, nacquer tra lor diverse controversie. Sigismondo mandò in questo tempo ambasciatori a Vitoldo, ricercandolo che giurasse di mantenere la promessa lega, e per essi lo appresentò d'un drago d'oro politamente e con grand'arte lavorato, qual fosse come un segnale o pegno della lor amicizia. Accettò Vitoldo la cortesia del mandato presente, ma non volse ad alcun patto far il giuramento del qual era richiesto, e con tutto questo non si removeva dalla ambizione d'esser da Sigismondo dechiarato re di Lituania e di regal corona il capo ornarsi; la qual promisero gli ambasciatori imperiali a mezo il mese d'agosto portarli.
Non passarono questi accordi cosí secretamente che Iagielo re di Polonia non ne fosse avisato, che subbito commise a Giovanni Czarnkovio, sottocamerario di Posnania, uomo solecito e diligente, che, postosi a' confini della Polonia e della Sassonia, facesse ogni opera d'aver nelle mani gli ambasciatori che inanzi e indietro per questo negozio andavano. Prese egli poco dopo Batista Ciegola italiano, dottor di legge e di patria genoese, insieme col Rota germano, che da Cesare a Vitoldo andavano, e avendoli cerchi e toltoli le lettere li lassò poi al lor viaggio andare.
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