È intervenuto nuovamente in Lituania, in una villa da Vilna sei miglia luntana, vicina alla città di Trochi, che un certo cristiano, avendo comprato alquanti bozzi di api, da uno che adorava una simil bestia, li predicò tanto la catolica fede che lo indusse ad occidere quel serpente che egli prima adorava. Ed essendo poco tempo dopo tornato a vedere quello che delle sue api fosse, trovò quello uomo tutto disformato e con la bocca storta sin quasi all'orecchia; che domandato della cagion di tanto male, rispose questo esserli avenuto per aver lui empiamente offeso il serpente, suo domestico dio, e che di questo male faceva or la penitenzia, e che peggio li interveneria se non tornasse alla sua antica fede e religione. È anco quattro miglia luntano da Vilna una villa del re, Lavariski chiamata, nella qual sin ora s'adorano i serpenti. E quantunque queste cose siano occorse in Lituania e non in Samogizia, m'è però parso in questo luoco per un esempio metterle.
I contadini di Samogizia celebrano ogni anno nel mese d'ottobre, raccolte ch'hanno le lor biave, un certo sacrificio secondo un lor antico costume, nell'infrascritto modo. Si raccogliono nel luoco al convivio e sacrificio destinato tutti con le mogli, figliuoli e servi, e sparso sopra la mensa molto fieno vi pongono il pane, e da ogni banda di esso doi vasi di cervosa. Menano poi in quel luoco un vitello, un porco e una porca, un gallo e una gallina e altri animali domestici, un maschio e una femina per sorte, quali sono da essi secondo il rito patrio di sacrificare occisi in questo modo.
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