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      Quasi tutti i Lituani, Samogiti e Livoni comunemente vestono drappi vili e di color di cenere, talché quando la piazza di popolo è piena non se ne vede alcuno che di quello colore vestito non sia, con stivaletti in piedi overo di scorza di tilia over di pelle d'animali. Fanno carette leggieri senza commissura alcuna di ferro, anzi tutte concatenate con legnami insieme, le ruote delle quali son tutte di un pezzo; né ongendole mai con grasso d'alcuna sorte, quando fanno viaggio insieme molte un fastidioso stridore degli assi si sente. Sopra che furon i seguenti versi fatti:
     
      Neque linunt Rutheni querulos pinguedine currus,
      haud picis auxilium stridulus axis habet.
      Auditur veniens longe crepitare colassa:
      sic fragiles currus, Russe, vocare soles.
      Nam faciunt habiles uno vectore quadrigasinvectas Ruthenis, quas equus unus agit;
      nec faciles invenies ferrato haerentia clavoplaustra: facit ligni cuncta ministerium;
      et sine ferri iussu pangunt sua plaustra terebriset lignum ligno consolidare solent.
     
     
      Seccano le biave de tutte le sorte col fumo in una calidissima casa e indi nel granaro le battono.
     
     
      Modo di arare e di seminare che nella Bianca Russia, a' confini della Moscovia, e nel granducato di Lituania s'usa.
     
      Apparecchiano i Lituani e i Russi i lor campi nell'infrascritto modo. Intorno alla festa degli Apostoli, del mese di giugno, cominciano a tagliare i spini e arboscelli de' quali imboscati i campi sono, e sino alla Madonna di agosto a questo esercizio attendono, il qual taglio è volgarmente da lor chiamato lada.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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