Seminano pertanto questa estiva fatte le feste di Pasqua i Poloni, i Lituani, i Ruteni Negri con i Massoviti e i Pruteni; e per beneficio del sole molto prima de' Ruteni Bianchi e de' Moscoviti, che ver settentrion si stendono, fanno le lor semine, essendo questi sforzati per la fredezza dell'aere molto piú tardi a questo atto venire. Ma con tutto questo spesse volte a un istesso tempo gli uni e gli altri mietono. E questa è cosa maravigliosa, che se bene alcuni seminano questa segala estiva alquante settimane dopo le feste di Pasqua, nondimeno quella istessa estate il suo raccolto fanno, essendo alle volte stata in terra non piú d'otto settimane.
Seminano i piselli, detti grod da loro, per la festa di santo Adalberto, che secchi lungo tempo conservano. La avena e l'orzo è da lor dopo la Pentecoste seminato; il cece alquanti giorni inanzi la festa di s. Pietro; e le rape per la festa di san Giovan Battista. E tutte queste cose l'istessa estate si raccogliono, talmente che le biave spesse volte, secondo che dal sole favorite sono, ne' granari tornano, reportando cento per uno, otto settimane dopo che indi cavato furono. Tutti i Poloni e Negri Ruteni (delli quali è metropoli Leopoli), i Massoviti, i Slesii, i Pruteni, alcuni Lituani repongono i frumenti ne' granari con la paglia in mucchi grandi; e si vedono alle volte appresso i buoni padri di famiglia i quattrocento e seicento mucchi di frumento che parono altratante quadrate torri, reposti già quindeci e piú anni. Ma i Ruteni Bianchi, tutti i Moscoviti e i Lituani battono subbito raccolte le lor biave, e cosí nette le repongono alcuni nelle fosse a questo effetto sotto terra fatte, e di scorze d'arbori fodrate, ne' secreti luochi de' boschi.
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