33. Non si lassi entrare alcuno dentro alle fortezze, se di lui non si ha vera notizia chi egli sia e quello che vada facendo; e se allegarà buona raggione, sia lassato entrare solo senza i servitori quali senza licenza del generale intromessi non siano.
34. S'alcun soldato e massime pedone per legerezza andarà su quello di nemici a bottinare, sia fatto morire.
35. S'ad alcuno toccarà la guardia ordinaria e non serà presente, li vadi la vita.
36. S'alcuno, essendo in guardia, se ne partirà temerariamente prima che il suo cambio venga, perda la testa.
37. Quello a chi per ordine toccarà la guardia, e per negligenza o per embriachezza o per il gioco non farà l'officio suo, perda la testa e l'onore.
38. Non ardisca alcun rotmastro uscir fuori delle sue fortezze, né mandare i suoi soldati per i suoi particolari interessi in alcun luoco, senza licenza del generale, e massime quando esso è presente, sotto grave pena.
39. Nisuno tenga appresso di sé né anco una notte cosa alcuna a caso trovata, ma debba subito appresentarla al rotmastro overo al generale, sotto pena, contrafacendo, d'esser appiccato.
40. Qualunque soldato sarà trovato caminare senza l'armi, per le quali esso ha tocco dinari, sia messo pregione.
41. Non ardisca alcuno di far rumore o questione nelle fortezze, sotto pena atroce; e se alcuno ferirà alcuno, perda la vita; e per cacciar semplicemente man all'armi li sia la man tagliata.
42. Nel racconciare le fortezze, e massime in tempo d'assedio, non si schivi soldato alcuno posto ivi in presidio di lavorare in quanto fa bisogno.
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