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      Avevano i Pruteni fabricato a questo lor pontefice e agli idoli loro una magnifica e ricca abitazione sotto una certa quercia, e da Roma romana la chiamavano. Otto braccia intorno a questa quercia erano tirate tele di finissima seta dell'istessa altezza, dentro alle quali non potevano entrare altri che il patriarca, kirie kireijto detto, e i prencipali ministri degli idoli: e se venivano alcuni per vedere, onorare, adorare e offerire agli idoli, i lor ministri alzavano alquanto una cortina di detta tela, tanto che gli idoli veder si potessero. Era questa quercia tripartita e tra molti boschi di quercia per la piú bella eletta, posta in un luoco ove è stato poi edificato il castello Heyligenbeil. E da una parte aveva il dio de' Pruteni Petuno, cioè fulmine, chiamato, in onore del quale ardeva un perpetuo fuoco fatto di legne di quercia, che se per mala sorte o per negligenzia si fosse smorzato, n'andava la vita a' ministri che erano deputati a mantenerlo. Dall'altra parte collocato era l'idolo Patrimpo, il culto del quale era in mantener vivo un serpente, che da' ministri di latte nutrito era. E nella terza parte un idolo del diavolo si vedeva, detto per nome Patelo, e il suo onorarlo consisteva nel tenerli appresso una testa di qualche uomo morto. Avevano oltra questi anco molti altri dei, a' quali davano il divino culto, e sempre tra l'ombrose quercie: quasi quante cose avevano, tanti dei li consegnavano. Uno n'avevano, detto in lor lenguaggio Vurschaito, da loro molto reverito, come quello che tenevano per lor dio domestico e ch'avesse dei suoi mobili cura, come anco a tutte le bestie domestice di quattro piedi da lor era preposto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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