Vi tiene ora il re grossissima guardia, e cosí ben è fornita di vittuaglie e d'altre cose alla guerra necessarie che per sei anni diffendere e mantener si può da ogni esercito nemico, percioché essa è metropoli e capo della Prussia regale, cioè di quelle rocche e cittadi che il re, oltra quelle che al duca ha concesse, possede, per esser state anticamente da' suoi predecessori conquistate; ed è da Gedano luntana sette miglia. Sono in Prussia (come di sopra abiamo descritto) assaissime città, rocche e castelli; e seminata che vi fu la cristiana fede, ebbe quattro vescovati catolici, il warmiense, il culmense, il sambiense e il pomesnaniense. Ora il sambiense al warmiense è unito, e al culmense il pomesnaniense. Governa adesso il warmiense episcopato, qual è il prencipale, Stanislao Ossio polono, vescovo di quella città e cardinal di santa Chiesa dignissimo, uomo di rara pietade e illustre per dottrina e santità di vita, il qual ragionevolmente meglio degli eretici e strenuo diffensore si può chiamare della fede catolica.
Ne occorre adesso a ragionare della grandissima provincia della Pomerania, la qual, domata anticamente dall'arme polone, al lor imperio obedisse. Percioché Boleslao, re bellicosissimo, l'anno del Signore mille e tre, avendo superati i prencipi della Russia e fracassate le lor forze, piantò ad esempio del già Ercole invitto tre colonne di ferro sul fiume Boristene, a memoria perpetua delle sue vittorie. E del mille e otto mosse guerra a' Sassoni e al suo imperio soggiogò tutta quella parte del paese loro che appresso l'Odera, Albi e Sala fiumi si distende, e giunse con le sue vittoriose insegne sino alla Cimbrica Chersoneso, detta oggi Dania.
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