I monaci a maggior degiuni astretti sono, percioché convengono star contenti d'un pezzo di pane e d'un poco d'acqua fermentata il giorno.
Si confessano i Russi intorno alle feste di Pasqua a questo modo. Si pongono il confessore e il penitente con gran devozione in mezo alla chiesa, volti col viso verso l'imagine di qualche santo, e confessato e imposta al confitente la penitenza secondo la gravezza del peccato, s'inchinano e il confessore ed esso a detta imagine, e spesso segnandosi la fronte, il petto, i bracci e inchinandosi, con molti sospiri dicono la lor consueta orazione: "Iesú Cristo, figliuolo de Dio vivo; abbi di noi misericordia". E quelli che hanno gran peccati li lava con acqua santa il sacerdote, qual è da essi conservata in chiesa a questo effetto, di quella che cavano dal fiume o dal stagno, che nella festa dell'Epifania ogni anno consacrano. Pochi del volgo sanno il Pater noster, perché dicono toccare il saperlo a' signori e a' sacerdoti, che non hanno altro che fare. E quantunque la confessione sia pur di comandamento tra loro, non si vogliono i contadini confessare, dicendo questo convenirsi a' signori e gentiluomini, e che a lor basta credere in Dio e in Iesú Cristo suo figliuolo e nel Spirito Santo.
Usano il sacramento dell'eucaristia sotto l'una e l'altra spezie: e uno n'hanno per quelli che si comunicano e un altro per gli infermi. Consacrano quello per gli infermi la zobbia santa e in un vaso mondo per un anno lo conservano. E quando vogliono communicare un infermo, mette il sacerdote una particola in un cochiaro e buttandoli sopra vino e acqua tepida l'intenerisse, e cosí all'infermo la porge; e se è tanto putto che non possi inghiottire il pane, li getta solo in bocca un poco di vino consecrato.
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