In vece di sepelire i morti, agli arbori gli appiccano. E hanno per confinanti da ponente i Tartari baschirdi, e gli Ieteliti da levante. Lassati questi e per lungo tratto oltra il monte Imano caminando alla volta del Scitico oceano, si trovano i Tartari molgomozani e i Baidai, quali adorano il sole, overo un panno rosso drizzato in cima a un palo. Viveno nelle caverne sotteranee e delle carni d'ogni sorte d'animal si pascono, non la sparando né a lissene, a vermi, né a sorzi né ad altri animali simili. Hanno proprio lenguaggio e confinano coi Macriti e Samogiti, popoli che tra lor si mangiano. Avendo brevemente tocco de questi Tartari che stanno oltra il monte Imavo, e quali sono per nome conosciuti appenna, tornarò a ragionar de quelli che col stato moscovitico confinano, che sono i Crimski, i Precopski e i Pietiorski.
Circassi Tartari Pietiorski.
Partendosi dal regno d'Astracan e andando a ponente, e poi alquanto a mezogiorno piegando, si trovano intorno alla palude Meotide e al mar Maggiore, appresso il fiume Cupa, i popoli Aphgasi detti; ove insino al fiume Merula, qual entra nel mar Maggiore, sono alcune altissime montagne, e in esse alcuni Tartari circassi, detti Pietiorski, cioè abitanti in cinque monti. Sono uomini estremi bellicosi e, ne' paesi stretti e difficili delle lor montagne assicurati, a' Turchi e a Tartari gagliardamente resistono. Hanno lenguaggio proprio e sono cristiani secondo il rito rutenico. Stanno come gli altri Tartari alla campagna, e nella morte de' parenti fanno onorate e pompose esequie, e in memoria de' morti a lor carissimi un'orecchia o parte de essa si tagliano.
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