Ma i Rossi, avendo terminato un consiglio tra loro non troppo buono, morti gli ambasciatori de' Tartari e fatto l'esercito, andarono in aiuto de' Polovozchi per terra e per acqua, cioè Micislavo Romanuich co' soldati di Kiovia, Micislavo Mscislaich co' soldati d'Alicia, ancora gli altri capi ruteni, Vlodimiro Rurikovich, i capitani circonoviensi e quelli smolnensi. Avendo messo insieme gli eserciti con i Polovozchi in Protolce e da quel luogo montati a cavallo, per spazio di dodeci stadi pervennero presso al fiume Calcza, dove già i Tartari avevano messo il suo campo, e cosí i Tartari, non avendo dato spazio al nemico pure di respirare, lo assaltarono; dove essendo ruinati e rotti i Polovozchi, il campo de' Rossi fu sconfitto. E avendo fatta assai mortalità, presero due capitani de' Rossi, Micislavo, duca di Kiovia, e il cirnoviense. Gli altri che fuggivano (cosa compassionevole veramente) da' loro compagni Polovezchi, per la terra de' quali fuggivano e ai quali avevano dato aiuto, erano morti e spogliati. I cavalieri per rubar loro i cavalli, i pedoni per levar loro le vesti, erano affogati nell'acque. In quel giorno adunque i Rossi cascarono in uno orrendo pericolo non mai piú udito ne' loro paesi, e quella fu la prima rotta che i Rossi patirono dai Tartari. Micislavo Mscillavic, halliciense duca, mentre fuggendo era pervenuto alle navi, avendo passati i fiumi, perché aveva paura della persecuzione de' Tartari, comandò che le navi fossero straziate dalla ripa, e da indi scampando pieno di paura pervenne in Halic.
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