Ebbe la predetta città le porte e le torri fermissimamente fatte, e il tetto di alcune porte era indorato e lucentissimo. Ebbe e ha ancora il vescovo suo metropolitano, secondo il costume greco overo ruteno, il quale ha sotto di sé assai voladiche, overo vescovi, verso il Danubio venendo per la Moldavia, Valachia, Russia e Moscovia; il qual già non sta piú in Kiovia dopo la destruzione sua. Ebbe oltra di questo trecento ornatissime chiese, alcune delle quali adesso ancora appaiono fuori delle ruine, meze ascose nei boschi, per nascondaglia delle fiere; e due altre ancora, cioè quella di Santa Maria e di Santo Michele, le quali hanno alcune lame sopra il tetto indorate, che quando son vedute da' Tartari, i quali vengono a far bottino, gridano: "Aitimbassina", cioè tetti che hanno il capo d'oro. In questo tempo i Lituani, signori di quel paese, hanno fatto nel monte dove per il passato stava il castello di Kiovia una fortezza grandissima di legnami grossi e fermi, e cosí la possedono. Sí che tutta la Russia con la sua metropolitana città e la Podolia per ogni luogo furono conquassate e ruinate.
Batto, imperator dei Tartari, volendo entrar nella Ungheria, mandò un capitano chiamato Peta a dar il guasto alla Polonia con un grande esercito. Dicono i Poloni che Batto tartaro diede il guasto alla Polonia, alla Slesia e alla Moravia. Nondimeno la piú vera istoria, e cosí la cronica degli Ungheri, dice Batto non esser stato nella Polonia, ma ben i suoi capitani, i quali, avendo fatto morire i principi tiranni dei Ruteni e avendo portato il bottino nel castello Lublin e Zavichost e altri luoghi vicini, riportarono quello nella Russia.
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