Volse la buona fortuna che Vasilko, principe della Russia, fosse presso Boleslavo, principe della Cracovia, qual era suo cugino; perché raccomandatogli a costui furono condotti nella Russia, dove venendo a Kiovia trovarono cavalli buoni secondo la condizione delle terre e i viaggi della Tartaria, i quali s'acquistano il viver zappando co' piedi sotto la neve per trovar erbe.
Finalmente da Kiovia partendosi passarono pur assai capitani di Tartari fin che giunsero al gran Cane Cham. Al quale avendo manifestata la legazione della Santità del papa, dimandarono che volessero conoscere e adorare il creator di tutte le cose Dio onnipotente e il suo figliuolo unigenito Giesú Cristo, e che non volesse piú permettere che fossero fatte tante mortalità come poco fa erano state fatte nella Polonia, Russia, Moravia e Ungheria. E avendo avuta risposta che per cinque anni si sarebbe astenuto d'entrar in terra di cristiani, si partirono per l'istessa via ritornando con lettere dell'imperator Cham al papa. Tu ritroverai questa istoria nello Speculo istoriale di Vincenzio, la qual ti bisogna leggerla cautamente, perché ella è in pur assai cose superstiziosa.
Dopo la partita degli ambasciatori cristiani sopragiunsero ambasciatori saracini, persuadendogli l'accettar la fede di Macometto come piú facile, piú tolerabile e piena di piaceri, che piú si confaceva a uomini bellicosi. E dicevano confutando la fede cristiana che l'era d'uomini ociosi, invalidi, idolatri e che adorano l'imagini; ma che la macomettana è piena di molte utilità, piaceri, e delle altre leggi con arme e per forza vincitrice, quale superava i superbi e agli umili imponeva il tributo.
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