Ma i Tartari, avendo rotta la fede, con gran furia e spaventose grida dato l'assalto, nel castello entrando amazzarono tutti crudelissimamente con diversi supplicii. Il sangue correndo fuori della rocca come un fiume nella Visla entrava, ma omai essendo sazii d'amazzarne piú cominciarono a far prigioni, i quali da loro come branchi di bestiami spinti e cacciati furono annegati nel fiume Visla. Ora, essendo sparsi i Tartari fuori della Sandomiria e guidati dai Ruteni, vennero in Cracovia; e avendola trovata senza abitatori, incrudelironsi nelle case e negli ammalati, dove avendo per tre mesi assassinato senza alcuna resistenza over contrasto, carichi di bottino ritornarono in Tartaria.
In Cracovia un putto a pena di sei mesi (mirabil cosa) con voce espedita e chiara predisse la venuta dei Tartari, i quali doveano tagliar la testa de' Pollacchi. Perciò essendo tutti impauriti, fu domandato se ancora egli temeva quella venuta: rispose averne paura grandissima, perché fra gli altri erano per dover tagliar ancora il suo capo. Ed ecco un'altra volta sotto asprissimi freddi e spessissime nevi la ferocissima gente de' Tartari, per saziar la fame, sotto i capitani Nogaij e Telebuga, primieramente nei Lubliesi e Mazovia, dipoi in Sandomiria, Siradia e Cracovia, spessi come locuste vennero. I quali dal castello e città di Sandomiria con ignominia e vergognosa mortalità furono scacciati, adoperandosi valorosamente i soldati che erano alla guardia di quella; ottennero però alcune fortezze e monasterii e gli destrussero mettendovi il fuoco.
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