Pagina (786/837)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I quali con la lor moltitudine oppressero e scacciarono i Gotti dalla Gotia nella Sarmazia, dove essendosi ingagliarditi e quasi in infinito moltiplicati, udirono da alcuni cacciatori, i quali seguendo una cerva passarono la Volga e il Tanai, come il paese della Sarmazia europea era piú fertile e d'aria piú piacevole. E però a compagnie nuotando fuori de' detti fiumi, ruppero in un fatto d'arme i Sarmati e i Rossi, e perseguitando i Gotti vennero con quelli alle mani nella Tracia e Misia, ora detta Valacchia, e gli ruppero. Entrati poi nelle Pannonie, dalla abondanza del terreno e dolcezza del vino allettati, in quella fermarono il piede. Assaltarono Materno e Tenico, capitani romani. Il primo morto, l'altro avendosi dato alla fuga, lasciarono l'esercito romano da loro sconfitto e tagliato a pezzi. Oltra di ciò, fatta l'elezione, elessero sopra di loro un re astuto, animoso e valente, detto Attila; il quale in linguaggio unghero vien chiamato Ethele. Questi, chiamati molti re e fatta la rassegna di tutti quelli e d'altra gente che egli avea, entrato nelle Gallie da vero tiranno crudelmente le cominciò a ruinare; ma essendo venuto ne' larghi e spaziosi Campi catalaunici, Ezio patrizio con le legioni romane, e Teodorico, re de' Gotti, e molti altri aiuti se gli fecero incontro. Il che saputo da Attila, si consigliò con gl'indovini e aruspici della vittoria, i quali, viste le entraglie degli animali, dissero lui dovere essere inferiore in quella battaglia, aggiungendoli che il maggiore dell'esercito nimico saria morto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





Gotti Gotia Sarmazia Volga Tanai Sarmazia Sarmati Rossi Gotti Tracia Misia Valacchia Pannonie Materno Tenico Attila Ethele Gallie Campi Ezio Teodorico Gotti Attila