Dove la liberalità del re pietoso fu di gran giovamento a quelli, perché a tutti un per uno del popolo che si venivano a battezare donava una nuova veste di panno di lana, che a bello studio avea recate dalla Polonia, accioché quella nazione grossa e vestita ancora alla grossa, contenta fin a quel giorno di panni lini, divulgandosi la fama di quella liberalità, per conseguir quella veste di lana da ogni banda concorresse al battesimo: il che succedeva secondo il desiderio. E perché egli era una fatica troppo grande battezar un per uno come venivano, cosí commandando il re, la moltitudine si separava in molte compagnie lunghe, a ciascuna delle quali era sufficientemente data l'acqua benedetta. Alla prima compagnia era posto nome Pietro, alla seconda Paolo e alla terza Giovanni, e cosí di mano in mano. Alle femine, similmente divise in compagnie, era posto il nome di Catarina, Margarita e altri nomi secondo la quantità delle compagnie. Agli uomini poi segnalati nella guerra si dava il battesimo col modo consueto.
Fondò il re nella città di Vilna la chiesa catedrale sotto il titolo di Santo Stanislao, patrone e difensor della Polonia, mettendo l'altare maggiore in quel luogo dove custodivano il fuoco, che quelli credevano dover durar in perpetuo, accioché l'error di quelle genti fosse piú manifesto a tutti. Creò ancora in quella chiesa vescovo un uomo di provata virtú, Andrea Vazilone, di nazione polona e di sangue nobile di casa sparaviera, per professione frate minore, già confessore di Elisabetta, reina d'Ungheria, predicatore segnalato e vescovo ceretense.
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