E ho già udito dire molte volte da molti gravissimi senatori, che in diversi tempi sono stati ambasciatori di questa Repubblica in Spagna, che ognuno di quella corte diceva ch'egli meriteria che gli fusse fatta una statua di bronzo, accioché li posteri in tutti li regni di Spagna avessero sempre dinanzi agli occhi l'auttore di tanti tesori e grandezze aggiunte a quei regni.
Questo è quanto per difesa dell'onor di cosí grande uomo mi è parso che si dovesse toccare. La nobilissima adunque e ricchissima città di Genova si vanti e glorii di cosí eccellente uomo cittadin suo, e mettasi a paragone di qualunque altra città, percioché costui non fu poeta, come Omero, del qual sette città delle maggiori che avesse la Grecia contesero insieme, affermando ciascuna che egli era suo cittadino; ma fu un uomo il quale ha fatto nascer al mondo un altro mondo, effetto in vero incomparabilmente molto maggiore del detto di sopra. Del quale non posso far che non mi stupisca, avendo trovato che un poeta spagnuolo di Cordova, nominato Seneca, già 1500 anni, mosso dal furor poetico ne dipinse tutta questa impresa, percioché nella tragedia ch'egli compose di Medea, nel fine d'un coro, scrisse questi versi latini:
Venient annissecula seris, quibus Oceanus
vincula rerum laxet, et ingenspateat tellus, typhisque novos
detegat orbes.
nec sit terris ultima Thyle.
Li quali tradotti suonano in questo modo:
Tempi verranno ancoradopo lunga dimora,
che 'l gran padre Oceano ad altre gentidelle cose mondane il fren rallenti,
| |
Repubblica Spagna Spagna Genova Omero Grecia Cordova Seneca Medea Oceanus Thyle Oceano
|