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      Chi donava loro una stringa o sonaglio, overo un pezzo di specchio o altra simil cosa, davano in cambio oro.
      Avendo già fatto commerzio famigliare, cercando li nostri li loro costumi, trovarono per segni e atti che avevano re tra loro; e dismontando in terra, furono ricevuti onoratissimamente dal re, il qual chiamavano Guaccanarillo, e dagli uomini dell'isola bene accarezzati. Venendo la sera e dato il segno dell'Ave Maria, inginocchiandosi li nostri, similmente facevano loro, e vedendo che li nostri adoravano la croce, e loro similmente l'adoravano. Vedendo ancora la sopradetta nave rotta, andavano con loro barche, che chiamavano canoe, a portar in terra li uomini e le robe, con tanta carità con quanta avrebber fatto se fussero stati de' lor proprii. Le loro barche sono di uno solo legno, lunghe e strette, cavate con pietre acutissime, delle quali alcune erano capaci di ottanta uomini. Appresso costoro non è notizia alcuna di ferro, per la qual cosa li nostri molto si maravigliorono come fabricassero le loro case, le quali maravigliosamente erano lavorate, e l'altre cose che a loro fanno di bisogno; ma si comprese che tutto facevano con alcune pietre di fiumi durissime e acutissime. Intesero che non molto lontano da quella isola erano alcune isole di crudelissimi uomini che si pascono di carne umana, e questa fu la causa che, al principio che viddero li nostri, si misono in fuga, credendo fussino di quelli, quali chiamano canibali. Li nostri aveano lasciato quelle isole quasi a mezzo il cammin dalla banda di mezzodí. Lamentavansi e mostravano con cenni li poveri uomini, che non altramente erano molestati e perseguitati da questi canibali che dalli cacciatori sono perseguitate le fiere salvatiche; e che li putti che loro pigliano, castrano, come facciamo noi li porci o capponi, accioché diventino piú grassi per mangiarseli, e gli uomini maturi cosí come gli prendono gli ammazzano, e mangiano freschi gl'intestini e le estreme membra del corpo, il resto insalano e dapoi gli serbano alli suoi tempi, come facciamo noi li prosciutti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Guaccanarillo Ave Maria