E andate dette donne, dimorate con loro una notte, il giorno seguente menoron seco molti di quelli, i quali venivano per ingordigia delli doni. Ma subito che viddero li nostri, per paura che avessino o per conscienzia di loro sceleraggine, guardandosi l'un l'altro, con grande impeto si misero a fuggire alle valli e boschi vicini.
Come navigando, lasciate a man destra e sinistra molte isole, scoperse una grande isola Matityna, abitata solamente da femine, e come quelle si reggano. E poi ch'ebbe combattuto con una canoa di quegli uomini e donne, e quella messa in fondo, entrņ in un mare pien d'isole innumerabili. E dell'isola chiamata San Giovanni, e suoi abitatori, e del re di quella.
Li nostri che erano scorsi per l'isola ridotti alle navi, rotte quante barche trovorono de' detti, si partirono da Guadaluppa alli dodici di novembre per andar a trovar li suoi compagni, li quali restorono nell'isola Spagnuola nel primo viaggio. E navigando lasciavano a man destra e sinistra molte isole. Scopersero in questo viaggio da tramontana una grande isola, la quale, e quelli Indiani che l'admirante aveva menati seco dall'isola Spagnuola, e quelli che erano recuperati dalle mani delli canibali, disseno che si chiamava Matityna, affermando che in essa non abitavano se non femine, le quali a certo tempo dell'anno si congiungevano con li canibali, e se partorivano maschi li nutrivano e poi gli mandavano alli loro padri, e le femine le tenevan seco. Dicevano ancora che queste femine hanno certe cave grandi sotto terra, nelle quali fuggivano se ad altro tempo dell'anno che l'ordinato alcuno andava ad esse, e se alcuno per forza o per insidie cercasse d'entrare a loro, che le si difendono con freccie, le quali traggono benissimo.
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