L'admirante, accortosi dell'inganno, mandò Hoieda talmente accompagnato che potesse esser superiore alli Cibaui, se loro contro di lui movessero l'armi.
Subito che Hoieda fu arrivato al paese di Caunaboa, il fratello, secondo l'ordine datogli da quello, mise insieme circa cinquemila Indiani armati al modo loro, cioè nudi, con saette senza ferri, ma con punte di pietre acutissime, e con mazze e lancie. E come quello che avesse qualche notizia del combattere al modo indiano, s'accampò piú d'un trar d'arco lontano dalli nostri, dividendo le genti in cinque squadroni, assegnando a ciascuna squadra il luogo suo, egualmente lontano l'una dall'altra, ordinate in forma d'un semicircolo. Lo squadrone del quale lui era capo pose all'incontro delli nostri, e cosí avendo ordinate le squadre, comandò che si desse segno che tutti egualmente si movessino e che tutti gridando ad un tratto appiccassino la zuffa, accioché nessuno delli nostri, essendo circundati da tale moltitudine, potesse scampare. Li nostri, vedendo questo, giudicarono esser meglio combattere con uno delli squadroni che con tutti, e cosí si caricorono adosso al maggiore che veniva per la piú piana, e questo perché in quel luogo si potevano meglio adoperare li cavalli, con tanto impeto che non potettero gl'Indiani, essendo nudi, sostenere la furia delli cavalli, anzi rotti e mal trattati si misero in fuga. Il che fecero gli altri, spaventati per aver visto il primo squadrone ruinato e disfatto, e con quanta celerità potettero si ritirorono alli piú alti monti del paese, donde mandorono ambasciatori alli nostri, promettendo far quanto fusse lor comandato se fosse lor concesso stare in casa loro.
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