Li presi furon quattordici, li quali tutti furon menati alla Concezione, delli quali duo soli furon castigati; gli altri licenziò il governatore insieme con Guarionesio, e gli licenziò solo per non spaventare gli uomini del paese, il che alli nostri sarebbe stato molto dannoso, perché avrebbon lasciato di coltivar la terra.
Erano corsi alla fortezza, ciascuno per riscuotere il suo, circa cinquemila Indiani disarmati, i quali con le grida che andavano infino al cielo facevano tremar la terra. Il governatore, fatti molti presenti a Guarionesio e altri caciqui, con promesse e minaccie gli admoní che guardassino di non machinare altra volta cosa che tornasse contra alli re catolici. Allora Guarionesio parlò alli suoi, mostrando la potenzia delli nostri, e la clemenzia inverso chi errava e la liberalità inverso li fedeli, pregandoli che posassino l'animo e che non facessino cose che fussino contro li cristiani. Allora gl'Indiani preson Guarionesio e lo portorono in su le spalle infino alla casa dove abitava. E cosí quella provincia per qualche giorno stette in pace. Pur li nostri erano in gran fastidio trovandosi in paesi stranieri abandonati, conciosiaché già fusser passati quindici mesi dopo la partita dell'admirante, e già mancavan loro tutte le cose necessarie cosí al vivere come al vestire. Il governatore, pascendogli di speranza, meglio che poteva gli confortava.
Dell'ottime condizioni della moglie del cacique di Caunoboa ritornata dal fratello per la morte del marito, e in qual modo essi andorono incontra al governatore, e li presenti e grande accoglienze a lui fatte.
| |
Concezione Guarionesio Indiani Guarionesio Guarionesio Indiani Guarionesio Caunoboa
|