Per il che fu forza al capitan Fogheda riffugirsene al porto dove erano li navili, e quivi essendo arrivati, pieni di dolore per la perdita fatta delli compagni, sopragiunse il capitan Diego di Nicuessa con cinque navili, e aveva seco settecento e ottantacinque uomini. La causa veramente che maggior numero d'uomini avevan seguitato Nicuessa era perché, oltre che gli era piú vecchio e per questo di maggiore auttorità, si diceva che la provincia di Beragua concessagli dal re era piú ricca d'oro che la provincia di Uraba data ad Alfonso Fogheda.
Giunto che fu Nicuessa feceno consiglio quello che si dovesse fare, e tutti conclusero che si dovesse vendicar la morte delli compagni; e fatte le sue ordinanze la notte secretamente caminorono al luogo dove era stata la zuffa, e due ore avanti giorno all'improviso circondorono quella villa, la quale era di cento e piú case fatte di legname e coperte di foglie di palme, e messovi il fuoco dentro tutta l'abbrucciorono; né rimase maschio o femina che non fosse o abbrucciato o morto, eccetto sei fanciulli, dalli quali intesero come gl'Indiani avevano tagliati in pezzi il capitan Giovan Cossa con gli altri Spagnuoli morti, e quelli poi cotti mangiati. Questi Indiani, detti Caramairi, par che abbino origine dalli caribbi, overo canibali, quali mangiano carne umana. Fatta questa vendetta, avendo trovato fra la cenere alquanto d'oro, ritornorono al porto. E Alfonso Fogheda, ch'era stato il primo a venir a detto luogo, si partí per andar ad Uraba, provincia assegnatali dal re catolico, e passò per l'isola detta la Forte, la qual è in mezzo il cammino tra il porto di Cartagenia e Uraba, dove smontato conobbe quella esser abitata dalli prefati crudelissimi canibali, delli quali prese duoi maschi e sette femine, gli altri fuggirono.
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