Il maggiore delli figliuoli di Comogro mostrava nell'aspetto esser molto savio e prudente, il quale cominciò a parlare a suo padre e dirgli che queste tali genti, che andavano facendo guerra di qua e di là e vivevano solamente di rubare, era necessario di accarezzarle, per non dar loro causa che facessero dispiacere a loro e a casa sua, come aveano inteso che avean fatto in altri luoghi. E perché vedeano che non dimandavano altro che oro, mandarono a donare a Vasco Nunez e Colmenar oro lavorato in diverse lame e cose per valuta di castigliani quattromila, e sessanta schiavi per servirli. Questa usanza di far schiavi è molto commune a questi Indiani, alcuni de' quali non fanno altro traffico che prendersi l'un l'altro e barattarsi per altre cose che gli siano necessarie.
E questo per non conoscer l'uso de' danari. Li nostri, avuto quest'oro, si misero in piazza a volerlo pesare insieme con altretanto guadagnato altrove, per cavar fuori la quinta parte, la qual ordinariamente si cava del tutto e s'assegnava alli tesori de' re. Il resto si parte egualmente. In questo partir d'oro vennero fra loro alle mani, la qual cosa vedendo questo figliuol maggiore di Comogro, mosso un poco ad ira dette con furia delle mani nelle bilancie, e sparse l'oro per tutta la piazza, dicendo per uno interprete: "Che vergogna è questa, o cristiani, che per cosí poca quantità di oro vi offendiate l'uno l'altro, e questo ancorché è lavorato lo volete disfare e ridurre in piastre? Se avete tanto desiderio di oro, per il quale mi pare che andate perturbando la quiete di tutti gli uomini del mondo, partendovi da casa vostra e sofferendo tanti disaggi, io vi dimostrerò paesi ricchissimi d'oro nelli quali vi potrete saziare.
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