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      E per far gli esercizii sopradetti, non adoperano altro che alcune pietre acutissime che si trovano ne' fiumi.
      Detto cacique Poncha, per mostrare maggior benevolenzia verso Vasco, mandò seco molti Indiani di conto e suoi famigliari, che fussero la guida al dimostrargli la strada per quelli monti, e alcuni suoi schiavi, che portassero sopra le spalle il vivere, percioché avevano a passar montagne per la densità d'arbori grandissimi, quasi inaccessibili. Né vi era strada, né sentiero, overo abitazione alcuna, pratticando rare volte l'un con l'altro per causa di commerzii o baratti, perché andando nudi, né avendo l'uso di moneta, di poche cose gli fa mestiero per il viver loro, e quelle poche ancora prendono dalli piú vicini, quando gli accade, con baratti. E per questa cagione non hanno strade publiche dove vadino ordinariamente. Ma essendo costume fra un paese e l'altro di prendersi con agguati e inganni per farsi schiavi, e resistendo per ammazzarsi, hanno ciascuno le sue spie che fanno alcuni sentieri secreti e difficili, per li quali di notte fanno simil rubbarie.
      Avendo dunque Vasco Nunez questi Indiani di Poncha per guida, con l'aiuto di quelli, che facevano la strada con le scure, passò molte montagne asprissime, e in molte valli dove correvano grandissimi fiumi, fatti ponti con attraversar legni lunghissimi che in quelli monti si trovano, fece passar tutta la gente commodamente.
     
     
      Come Vasco Nunez, pervenuto alla provincia detta Esquaragua e appiccata una gran zuffa, furono tra morti e feriti di quelli Indiani da seicento, tra i quali fu morto anco il suo cacique, e come dette la morte a molti cortegiani imbrattati d'un orrendo vizio.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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