Li nostri veramente, ancorché l'oro che gli mandò gli fusse piacciuto, averiano piú presto voluto qualche vettovaglia che oro, perché con quello non si potevano aiutar a cavarsi la fame.
Pur, pasciuti con certe radici salvatiche e acqua, si partirono. E andati alcuni miglia, viddero sopra un colle alcuni Indiani nudi che facevano cenni alli nostri che si fermassero. Vasco ordinò che non s'andasse avanti, ma che si vedesse quel che volessin dire. Fermati li nostri, gli Indiani gli vennero subito a trovare, e col mezzo degli interpreti ch'erano con li nostri, s'intese il parlar di costoro, che fu in questo modo: "Il nostro signore Chioriso desidera la vostra salute e il vostro contento. E avendo inteso che siete uomini forti e giusti, perché punite quelli che fanno ingiurie, e li cattivi e pessimi uomini levate via dalla terra, però per aver questa notizia di voi v'ama e ha in reverenza. Grande allegrezza gli saria stata se fusse arrivati a casa sua, dove v'avesse potuto accettare e darvi delle sue vettovaglie, e si saria reputato piú felice avendovi appresso, che non si reputano quelli ch'abitano doppo la morte appresso il sole. Ma dapoi che la sorte gli è stata contraria, che in questo vostro viaggio non siete passati appresso casa sua ma lontani, in segno di benevolenzia vi manda questi pochi pezzi d'oro". E con viso allegro, ridendo, gli detti Indiani gli porsero trenta come taglieri d'oro, simili a quelli con li quali li nostri preti coprono il calice nel dir la messa. Li quali taglieri questi Indiani con alcuni cordoni portavano appiccati al collo, che pesavano da settecento castigliani.
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