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      L'aere di questi paesi è tanto benigno e temperato, ch'avendo dormito li nostri molte notti al discoperto, sopra le ripe de' fiumi, mai si sentirono la testa grave. Son fatte le strade tanto diritte e a filo che pareva che fusser state tirate a corda.
      Presono molti di questi Indiani, quali menorono a veder le nostre navi, e dapoi vestitogli con nostri panni, e datogli da mangiar e bever del nostro vino, gli lasciavano andar a trovar gli altri, e questo facevano per dimesticargli e far amicizia con loro. Ma il tutto era indarno, perché ogni volta che gl'Indiani vedevano li nostri gli salutavano con freccie venenate; delle quali, e d'archi in alcune case trovorono le camere piene, come per munizione, qual tutte furono abbruciate.
      Nelle case fra terra trovorono assai carne di cervi e porchi cignali, e molte sorte d'uccelli ch'allevano in casa, con li quali per molti giorni li nostri ebber buon tempo. Eranvi ancora molte palle grandi di cottone filato, e tinto in diversi colori finissimi, e fasci di penne grandi d'uccelli di diversi colori, con le quali si fanno alcuni pennacchi che portano in capo, sopra alcune meze teste di dette penne, a modo che portano gli uomini nostri d'arme a cavallo. Fannosi ancora con dette penne certi vestimenti corti per ornamento.
      Conservano in alcune camere separate dalla casa l'ossa e le cenere delli suoi signori, poste in alcuni vasi di terra cotta dipinti. Altri non gli abbrucciano, ma gli seccano, e coperti con tele di cottone, ch'hanno alcune lamette d'oro intorno, gli salvano con gran riverenza.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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