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      Costui, dilettandosi d'andar a pescare, avea sempre in casa le maggiori e piú forti reti che si trovassero in tutto quel paese. E avendo, un giorno ch'egli era andato sopra il lito del mare, veduto prender dalli suoi pescatori un delli pesci detti manati, li quali, ancorché venghino molto grandi, pur questo allora era piccolo, lo fece portar a casa vivo e buttar nel lago vicino, dove ogni giorno gli dava del pan di maiz e iucca, di modo che divenne tanto mansueto che veniva ogn'ora che lo chiamavano a pigliare il cibo che con la mano gli porgevano, lassandosi maneggiar tutto; e alcune volte, se qualcuno voleva passar dall'altra banda del lago, si lasciava cavalcare e lo conduceva dove voleva. Questo pesce è molto brutto a vedere, perché ha il corpo grosso a modo d'animale di quattro piedi; non ha piedi, ma invece di quelli alcuni ossi grossi e duri che gli spuntano fuori del corpo, qual è coperto di squame durissime; ha la testa di bue, nel muoversi è pigro. Dicono che la carne è suavissima al gusto, e miglior di qualunque altro pesce. Questo pesce cosí piacevole e mansueto fu tenuto gran tempo in quel lago, con gran piacer di ciascuno che lo vedeva, perché da ogni parte dell'isola andavan molti a vederlo chiamare e traiettare persone da una all'altra riva del lago. Ma essendo un giorno venuto un uracan grandissimo, cioè tempesta con vento e pioggia, di sorte che molti fiumi corsono grossissimi dalli monti vicini, e feceno che detto lago si gonfiò in modo che l'acque di quello corsono fino al mare, allora il pesce manati fu menato di nuovo in mare, né piú si poté vedere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260