Questa che volse morir volontariamente con il detto cacique Beuchio si chiamava Guanahatta Sienechena, ed era bellissima, e volse portar seco tutti li suoi ornamenti, con un vaso d'acqua e pan di maiz e iucca.
Quando ad alcun cacique nasce un figliuolo di nuovo, tutti li vicini del paese vanno a trovar la donna di parto, e come entrano nella camera dove ella giace salutano il figliuolo o figliuola, chi con un nome chi con un altro. Uno dirà "Facella rilucente", un altro "Facella piena di fiamme", altri "Vincitor degli inimici", over "di un fortissimo signore nepote", o "piú lucido dell'oro". Alle femine dicono "piú odorata di qualche fiore", e dicono il nome, "piú dolce che il tal frutto", "Occhi di sole", over "di stelle". Il cacique Beuchio sopradetto aveva molti nomi oltra il primo. Cioè Turehiguahobin, che vuol dir re resplendente piú che l'oro. Un altro Starei, cioè fiammeggiante. E Huiho, cioè altezza. E Duiheyniquen, cioè fiume ricco. E quando si ordinava alli paesani alcuna cosa per suo ordine, era necessario dir tutti li suoi nomi da un capo all'altro, altramente l'averia avuto forte per male, e quello che avesse lasciato di dire uno per negligenzia saria stato punito.
Della religione e cerimonie de' sopradetti Indiani.
Io mi penso, anzi tengo per certo, che molti che leggeranno la presente istoria desidereranno intendere quello che questi popoli dell'isola Spagnuola adorino, e che religione e cerimonie siano le loro. Delle quali, ancor che in molti luoghi sia stato detto che adorano il sole e la luna, nondimeno per far cosa grata alli lettori si dirà quello che se n'è possuto intendere.
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