Dell'isola della Cuba, e altre.
Cap. VIII.
Nell'isola della Cuba e di altre, le quali sono San Giovanni e Iamaica, sono tutte queste cose che si sono dette delle genti e altre particolarità dell'isola Spagnuola; similmente si può dire, benché non cosí copiosamente, perché sono minori pure in tutte sono le medesime cose, cosí di minere di oro e di rame come bestiami, arbori, piante e pesci e di tutto quello che è detto. Pure similmente in alcune di queste non era animale alcuno di quattro piedi, se li cristiani non ve ne portavano, sí come nella Spagnuola, finché li cristiani non gli portorono in quelle; e al presente in ciascuna n'è gran quantità, e similmente molti zuccari e canne di cassia e tutto che di piú è detto. Pure nell'isola di Cuba è una sorte di pernici, che sono picciole, e sono quasi di specie di tortore nelle penne, ma molto megliori di sapore, e pigliasene in grandissimo numero, e condotte in casa vive e salvatiche, in tre over quattro giorni diventano sí domestiche come se le fussero nate in casa. S'ingrassano in molti modi, e senza dubbio è un mangiar molto delicato nel sapore; e io le tengo per molto migliore che le pernici di Spagna, perché non sono di cosí dura digestione.
Ma, lasciato da parte tutto quello che è detto, vi è due cose admirabili che sono nella detta isola di Cuba, che al mio parere mai piú si udirono né si scrissero. Una è che vi è una valle che dura due o tre leghe tra duoi monti, qual è piena di pallotte da bombarda, liscie e di sorte di pietra molto forte e tondissime, tali che con alcun artificio non si potriano far piú eguali o rotonde, ciascuna nell'esser che la tiene.
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