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      L'oche al principio si spauriscono, e si levano e dispardano vedendo le zucche; pure, quando le veggono che le non gli fanno male, a poco a poco perdono la paura, e di dí in dí, dimesticandosi con le zucche e senza pensamento alcuno, s'arrischiano a montar molte delle dette oche in cima di quelle, e cosí sono portate ora in una parte ora in un'altra, secondo che 'l vento le muove; di modo che, quando l'Indiano già conosce che le dette oche sono molto assicurate, e domestiche della vista del movimento e uso delle dette zucche, si mette una di quelle in testa fino alle spalle, e con tutto il resto del corpo va sotto acqua, e per un bucco piccolo guarda dove sono le dette oche, e si mette appresso quelle, e subito alcune nella zucca saltando in cima, e come lui la sente si parte molto pianamente, se vuole notando, senza esser veduto o sentito da quelle che porta sopra di sé, né d'alcuna altra.
      Ma ha a sapere vostra maestà che in questo caso del notare hanno la maggiore agilità gl'Indiani che si possa pensare. E quando egli è un poco lontano dall'altre oche, e che gli pare che sia tempo, cava fuora la mano e se la tira per li piedi e la mette sotto acqua, e annegata l'appicca sotto alla cintura, e nella medesima maniera torna a prenderne dell'altre; e con questa forma e arte prendono gl'Indiani molta quantità delle dette oche, non le facendo disviar de lí: cosí come elle gli montano in cima, cosí le prendono e mettono sotto acqua e poi alla cintura, e l'altre non si levano né spaventano, perché pensano che quelle tali medesime si siano buttate sotto acqua per prendere qualche pesce.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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