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      E cosí, vedendosi la quantità e numero delli morti, si conosce quanti signori ha avuto quello stato e qual fu figliuolo dell'altro, essendo ivi posti per ordine.
      E dicono che quando muore alcuno cacique in alcuna battaglia di mare o di terra, e che sia rimasto in parte che gli suoi non abbiano potuto portar il suo corpo nel suo paese, e metterlo dove anco sono gli altri suoi caciqui, e manca in questo numero, acciò vi resti di lui memoria, non avendo lettere, subito fanno che gli suoi figliuoli imparino e sappino minutamente la maniera della morte e la causa perché non furno ivi posti, e questa cantano nelle sue canzoni, che lor chiamano areytos.
      Onde, poi che di sopra dissi che non hanno lettere, anzi mi dimenticai dire che di quelle stupiscono, dico che quando alcuno cristiano scrive, mandando per alcuno Indiano ad alcuna persona che sia in altre parti, overo lontano da quello che gli scrive la lettera, prendono tanta admirazione vedere che la carta dice in altro luogo quello che vuole il cristiano che la manda, e con tanto rispetto e cura la portano, che gli pare che la carta similmente saprà dire quello che per cammino al portatore sarà occorso, e alcune volte quelli di manco intelletto pensano che l'abbia anima.
      Tornando ora a l'areytos, dico che è di questa sorte. Quando li detti vogliono darsi piacere e cantare, si mette insieme una compagnia d'uomini e di donne, e piglionsi per mano, e uno gli guida, al qual dicono che lui sia il tequina, cioè maestro; e quello che gli guida, o sia uomo o sia donna, va alcuni passi avanti e alcuni in dietro, a modo proprio di contrapasso, e in questo modo vanno intorno, e dice costui, cantando in voce bassa over alquanto moderata, quello che gli vien nella mente, e commoda il canto con li passi; e poi che lui ha cantato, tutta l'altra moltitudine gli risponde, la qual con il medesimo contrapasso e canto gli van dietro, ma con voce piú alta.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiano