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      Tornando alla materia cominciata, dico che del modo e fazion di questo animale, dapoi che vostra maestà l'ha visto e al presente è vivo in questa città di Toledo, non è bisogno si dica piú di quello è detto; pur il guardian de' leoni di vostra maestà, che ha pigliato carico di dimesticarlo, potria metter la fatica sua in altra cosa che gli fusse piú utile per la sua vita, perché questo tigre è giovane, e ogni giorno sarà piú forte e fiero e se gli radoppiarà la malizia. Questo animale chiamano gl'Indiani ochi, e spezialmente in terra ferma, nella provincia che il catolico re don Ferdinando comandò si chiamasse Castiglia dell'Oro. Dapoi scritto questo molti dí, successe che questo tigre, del quale abbiamo fatto menzione di sopra, volse ammazzar quello che lo governava, il quale già l'avea cavato della gabbia e l'aveva fatto molto domestico, e lo teneva legato con una corda molto sottile, e avevalo tanto famigliare che mi maravigliava di vederlo; ma non senza certa fede che questa amistà aveva a durar poco, in fin che un dí fu per ammazzar quello che ne teneva la cura, e de lí a poco tempo morí il detto tigre, overo l'aiutarono a morir, perché in verità questi animali non sono da star fra gente, essendo feroci e di sua propria natura indomabili.
     
     
      Del beori.
      Cap. XII.
     
      Li cristiani che vanno in terra ferma chiamano danta un animale che gl'Indiani nominano beori, perché le pelli di questi animali son molto grosse, ma non son danta, e cosí hanno dato questo nome di danta al beori, tanto impropriamente quanto all'ochi quello del tigre.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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